Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) stanno trasformando il modo in cui produciamo e consumiamo energia, e il 2025 segna un'importante evoluzione normativa e tecnologica. Con l’ampliamento degli incentivi, la possibilità di autoconsumo a distanza e nuove agevolazioni fiscali, aderire a una comunità energetica rinnovabile diventa più accessibile ed economicamente vantaggioso.
L’aumento dei costi energetici e la necessità di ridurre le emissioni di CO₂ richiedono soluzioni concrete e sostenibili. Le nuove normative rendono oggi le CER più vantaggiose che mai, ma è essenziale conoscerne le opportunità per non restare indietro.
In questa guida scoprirai le novità del 2025, i vantaggi economici e ambientali delle CER e come entrare a far parte di questa rivoluzione energetica.
Le novità 2025 delle CER: tutto quello che devi sapere
Nel 2025, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) stanno vivendo un'evoluzione significativa grazie alle nuove modifiche introdotte dalle normative italiane. Una delle principali novità riguarda l’ampliamento della platea dei comuni eleggibili per gli incentivi, con l'innalzamento della soglia di popolazione da 5.000 a 30.000 abitanti, rendendo più accessibili gli incentivi anche a territori più grandi.
Inoltre, la scadenza per la presentazione delle domande di accesso agli incentivi è stata prorogata fino al 30 novembre 2025, dando più tempo ai cittadini e alle imprese per partecipare a queste iniziative. Un'altra grande novità è l'introduzione dell’autoconsumo a distanza, che consente ai membri delle CER di condividere l’energia rinnovabile anche se non si trovano nello stesso edificio o comune. Queste modifiche rendono le CER un’opportunità ancora più concreta per chi desidera contribuire alla transizione energetica e ridurre le emissioni di CO2, promuovendo una rete di energia rinnovabile condivisa e più democratica. Con questi cambiamenti, le comunità energetiche sono pronte a svolgere un ruolo cruciale nella costruzione di un futuro energetico sostenibile e inclusivo.
Comunità Energetica Rinnovabile (CER): definizione e funzionamento in parole semplici

Una semplice definizione
Una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) è un’organizzazione che coinvolge cittadini, imprese, enti pubblici e privati con un obiettivo comune: produrre, consumare e condividere energia rinnovabile a livello locale. In pratica, è un gruppo di persone e/o organizzazioni che unisce le forze per generare energia pulita – come quella solare – e distribuirla tra i membri della comunità stessa, promuovendo un modello di autoconsumo energetico.
Le CER nascono per rispondere a una crescente esigenza di autonomia energetica e di sostenibilità ambientale, offrendo a chi ne fa parte l'opportunità di ridurre il proprio impatto ambientale ed allo stesso tempo, abbattere i costi energetici. Questo sistema permette di sfruttare al meglio le risorse naturali disponibili sul territorio, garantendo vantaggi sia economici che sociali per la comunità. Le CER rappresentano quindi un modo innovativo e partecipativo di gestire l'energia, creando un modello più sostenibile e accessibile per tutti.
Origini delle CER
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) hanno radici antiche in Italia. Già nel 1897, con la fondazione della Società Elettrica di Morbegno (SEM), si pose un primo esempio di gestione comunitaria dell’energia, utilizzando fonti come l'energia idrica e termoelettrica per soddisfare i bisogni locali. Nonostante la sua lunga storia, è a partire dagli anni ‘70, in seguito alla crisi petrolifera, che la necessità di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e di aumentare l'uso di energie rinnovabili è diventata una priorità globale.
Questo impulso si è rafforzato con l'Accordo di Parigi del 2015 e il Green New Deal europeo, che mirano alla neutralità climatica entro il 2050. In questo contesto, le CER giocano un ruolo cruciale nella transizione energetica, integrando la produzione di energia da fonti come il fotovoltaico o il vento con i modelli di consumo delle comunità locali.
Qual è l’obbiettivo di una CER?
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nascono con uno scopo chiaro: produrre, condividere e ottimizzare l’energia pulita, creando un sistema energetico più sostenibile e accessibile per tutti.
- Energia rinnovabile e meno emissioni: le CER utilizzano fonti pulite come il sole, il vento e la biomassa per generare elettricità, contribuendo a ridurre le emissioni di CO₂ e a combattere il cambiamento climatico.
- Autoconsumo e condivisione intelligente: ogni membro di una CER può consumare l’energia che produce e condividerla con gli altri. L’energia in eccesso può essere immessa nella rete, generando un ritorno economico e creando un sistema energetico più efficiente e sostenibile.
- Indipendenza dalle grandi aziende energetiche: le CER riducono la dipendenza dalle multinazionali dell’energia e dalle fonti fossili, dando ai cittadini un maggiore controllo sulla propria produzione e consumo energetico.
- Più consapevolezza e sostenibilità: partecipare a una CER significa imparare a gestire meglio l’energia, promuovendo uno stile di vita più sostenibile e una crescita consapevole della comunità.
In sintesi, una Comunità Energetica Rinnovabile è un modello che unisce risparmio, sostenibilità e indipendenza, trasformando l’energia in un bene condiviso per il benessere di tutti.
Come funzionano le Comunità Energetiche?
Il funzionamento di una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) è tanto semplice quanto innovativo: i membri della comunità, che possono essere cittadini, aziende o enti pubblici, si uniscono per produrre e condividere energia rinnovabile attraverso impianti sostenibili come i pannelli fotovoltaici. Ma vediamo più nel dettaglio come funziona una CER, con un esempio pratico:
- Produzione di energia rinnovabile: All'interno della comunità energetica sono presenti sia produttori che consumatori. I produttori possono generare energia pulita sfruttando le risorse naturali disponibili.
- Condivisione dell'energia: L'energia generata viene distribuita tra i membri della CER in base al loro fabbisogno. Se la produzione supera il consumo della comunità, l'energia in eccesso viene immessa nella rete elettrica nazionale e venduta, creando un ritorno economico per i partecipanti.
- Monitoraggio e gestione intelligente: Grazie a tecnologie avanzate come le smart grid, la produzione e il consumo di energia vengono monitorati in tempo reale. Questo permette una gestione più efficiente dei flussi energetici, ottimizzando l'uso dell'energia all'interno della comunità e riducendo sprechi.
- Incentivi economici: Oltre al risparmio sulle bollette, i membri di una CER possono beneficiare di incentivi economici sia per l'energia che auto consumano sia per quella che immettono in rete. Questo crea un doppio vantaggio: risparmio sui costi e un guadagno derivante dalla vendita del surplus energetico.
Un altro aspetto innovativo delle Comunità Energetiche Rinnovabili è che non è necessario possedere un impianto di produzione per partecipare. Anche chi non può installare impianti fotovoltaici può comunque beneficiare dell'energia prodotta dalla comunità. In questo modo, tutti possono diventare parte attiva di un modello di energia condivisa, contribuendo alla transizione energetica e rendendo l'energia sostenibile accessibile a tutti.

Chi può aderire a una CER? Requisiti e opportunità per cittadini e aziende
Chiunque può farne parte di una Comunità Energetica Rinnovabile: non ci sono barriere di età, reddito o competenze tecniche. C'è solo un unico obiettivo: rendere l'energia pulita accessibile a tutti e ogni membro può contribuire in modo diverso, beneficiando dell’energia condivisa e sostenibile.
Cittadini privati: produttori e consumatori
Chiunque può aderire a una CER, indipendentemente dal fatto che possieda un impianto di produzione di energia rinnovabile.
- Produttori: chi ha installato impianti fotovoltaici o altre fonti rinnovabili può condividere l’energia prodotta con la comunità, ottenendo un risparmio in bolletta e un incentivo economico.
- Consumatori: anche chi non ha un impianto può partecipare, accedendo a tariffe energetiche più vantaggiose e sostenendo la transizione ecologica.
Esempio: Anna, con pannelli solari sul tetto, immette energia nella rete della CER e riduce i suoi costi. Luca, senza possibilità di installare impianti, beneficia dell’energia condivisa a un prezzo più basso.
Imprese: riduzione dei costi e sostenibilità
Le piccole e medie imprese (PMI) possono ottenere grandi vantaggi dall’adesione a una CER:
- Riduzione delle spese energetiche, ottimizzando l’autoconsumo.
- Miglioramento della sostenibilità e della reputazione aziendale.
Esempio: un’azienda agricola aderisce a una CER e utilizza energia rinnovabile per alimentare i suoi macchinari, riducendo i costi operativi.
Enti pubblici: scuole, ospedali e comuni protagonisti della transizione
Le amministrazioni pubbliche possono aderire a una CER per abbattere i costi di gestione e promuovere l’uso di energie rinnovabili nei servizi pubblici.
Esempio: una scuola con impianti fotovoltaici può alimentare le proprie strutture e condividere l’energia in eccesso con ospedali o biblioteche.
Associazioni e cooperative: energia per il bene comune
Organizzazioni no-profit, cooperative e associazioni possono far parte di una CER, accedendo a energia pulita a costi ridotti e sostenendo progetti a impatto sociale.
Esempio: una cooperativa che gestisce un centro per anziani riduce le spese energetiche e partecipa attivamente a un modello di energia condivisa e solidale.
Ruoli all’interno di una CER
Chiunque entri in una CER può avere tre ruoli principali:
- Produttore di energia: installa impianti e genera energia rinnovabile per la comunità.
- Auto-consumatore: possiede un impianto e utilizza l’energia per sé, condividendo l’eventuale surplus.
- Consumatore: non produce energia, ma utilizza quella condivisa dalla CER, ottenendo vantaggi economici e ambientali.
Questo modello inclusivo garantisce un accesso più equo all’energia sostenibile e crea un sistema energetico più resiliente e partecipativo.

I vantaggi della Comunità Energetica Rinnovabile
I vantaggi delle Comunità Energetiche Rinnovabili sono molteplici e si riflettono sia a livello economico che ambientale e sociale. Ecco i principali benefici:
- Risparmio sulle bollette energetiche: Uno dei benefici più immediati è il risparmio. Partecipando a una CER, puoi ridurre sensibilmente i costi della bolletta grazie all'autoconsumo dell'energia prodotta localmente da fonti rinnovabili. In pratica, meno energia acquisti dalla rete, più soldi risparmi.
- Incentivi economici: Le CER offrono anche vantaggi economici interessanti. Grazie agli incentivi statali dedicati alla produzione e condivisione di energia rinnovabile, i membri possono ricevere premi per l'energia prodotta e per quella in eccesso immessa nella rete. Questo significa che, oltre al risparmio, puoi anche guadagnare.
- Riduzione delle emissioni di CO2: Producendo energia da fonti rinnovabili le CER aiutano a ridurre le emissioni di gas serra, contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico. Meno dipendenza dalle fonti fossili significa un ambiente più pulito e un futuro più sostenibile per tutti.
- Autonomia energetica: Essere parte di una CER significa anche ridurre la dipendenza dalle grandi compagnie energetiche. Questo rende le comunità più autosufficienti e consapevoli del proprio consumo energetico. In un certo senso, partecipare a una CER ti dà il controllo su come e da dove proviene l'energia che utilizzi ogni giorno.
- Sviluppo locale: Le CER non si limitano solo all'energia. Contribuiscono allo sviluppo economico e sociale delle comunità locali, creando nuovi posti di lavoro e rafforzando il legame tra i membri della comunità. Ad esempio, la costruzione di impianti rinnovabili può portare a nuove opportunità lavorative, mentre la gestione condivisa dell'energia promuove la solidarietà e la collaborazione all'interno del territorio.
Incentivi per le Comunità Energetiche: Agevolazioni fiscali, contributi e tariffe 2025
Incentivi economici per la produzione e il consumo dell'energia
Il governo italiano ha introdotto una serie di incentivi economici per favorire la nascita e lo sviluppo delle Comunità Energetiche. Questi incentivi mirano a supportare l'installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile e premiare l'autoconsumo e la condivisione dell'energia tra i membri delle comunità. Vediamo i principali incentivi economici per la produzione e il consumo dell'energia sostenibile all'interno della CER:

- Tariffa incentivante: I membri della CER ricevono una tariffa incentivante per l'energia prodotta da fonti rinnovabili e auto-consumata virtualmente. Questa tariffa, riconosciuta dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), è valida per 20 anni dalla data di entrata in esercizio di ogni impianto. La tariffa varia da 0,06 €/kWh a 0,12 €/kWh, in base alla dimensione dell’impianto e al valore di mercato dell’energia. Inoltre, per gli impianti fotovoltaici è prevista una maggiorazione fino a 0,01 €/kWh a seconda della localizzazione geografica.
- Corrispettivo di valorizzazione dell'energia auto-consumata: L’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) definisce un contributo economico per l'energia auto-consumata, che per il 2024 ammonta a 0,0104 €/kWh. Questo contributo rappresenta un ulteriore incentivo per chi decide di consumare l’energia prodotta dalla propria comunità.
- Valorizzazione dell'energia eccedente: L'energia prodotta in eccesso, ovvero quella non auto-consumata dalla comunità, può essere venduta sul mercato. I produttori possono richiedere al GSE di accedere al "ritiro dedicato", un meccanismo che garantisce condizioni economiche vantaggiose per la vendita dell'energia rinnovabile.
Agevolazioni fiscali e contributi per l'installazione di impianti fotovoltaici nella CER
Oltre agli incentivi statali diretti, esistono anche agevolazioni fiscali e contributi a livello locale o regionale, pensati per favorire l’installazione di impianti rinnovabili e sostenere i piccoli comuni.
- Contributo in conto capitale per piccoli comuni: Gli impianti di produzione collocati all'interno di una Comunità Energetica Rinnovabile e situati in comuni con meno di 5.000 abitanti possono beneficiare di un contributo in conto capitale fino al 40% del costo complessivo dell'investimento, finanziato con le risorse del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Questo contributo copre una parte significativa dei costi iniziali, rendendo più accessibile l’installazione di impianti come i fotovoltaici. Il contributo viene erogato entro 120 giorni dalla richiesta.
- Novità per il 2025: l’ampliamento della platea dei comuni eleggibili per gli incentivi, con l'innalzamento della soglia di popolazione da 5.000 a 30.000 abitanti, rendendo più accessibili gli incentivi anche a territori più grandi.
Esempio pratico di agevolazione fiscale
Per chiarire meglio come funziona l'agevolazione, vediamo un esempio. Supponiamo di avere un impianto fotovoltaico con un inverter di potenza pari a 6 kW e una capacità di generazione di 6,5 kWp. Per determinare l’importo massimo incentivabile, si prende il valore più basso tra la potenza dell'inverter (6 kW) e la potenza dell’impianto (6,5 kWp), che in questo caso è 6 kW. Questo valore viene moltiplicato per 1500 €/kW, ottenendo un totale di 9000 euro come prezzo incentivabile.
Ora, per calcolare il rimborso previsto dal PNRR, si prende il valore più basso tra il prezzo effettivo dell’impianto e il prezzo incentivabile (in questo caso, 9000 euro) e lo si moltiplica per il 40%, ottenendo un rimborso di 3600 euro.
Quali sono le spese ammissibili per il calcolo del contributo PNRR?
Sono ammissibili le seguenti spese:
- Realizzazione di impianti a fonti rinnovabili
- Fornitura e posa in opera dei sistemi di accumulo
- Acquisto e installazione macchinari, impianti e attrezzature hardware e software
- Opere edili strettamente necessarie alla realizzazione dell’intervento
- Connessione alla rete elettrica nazionale
- Studi di prefattibilità e spese necessarie per attività preliminari
- Progettazioni, indagini geologiche e geotecniche
- Direzione lavori e sicurezza
- Collaudi tecnici e/o tecnico-amministrativi, consulenze e/o supporto tecnico-amministrativo essenziali all’attuazione del progetto
Incentivi locali e supporti regionali
Oltre agli incentivi statali, molte regioni e comuni italiani hanno attivato bandi e finanziamenti dedicati alle Comunità Energetiche Rinnovabili, con l’obiettivo di sostenere ulteriormente la transizione energetica. Ad esempio, alcune regioni offrono agevolazioni fiscali specifiche o contributi extra per l'installazione di impianti di energia rinnovabile. È quindi consigliabile informarsi presso il proprio comune o regione per verificare la presenza di ulteriori contributi locali.
Tariffa incentivante GSE: quanto vale e come ottenere il massimo profitto?
La tariffa incentivante riconosciuta dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per l'energia auto-consumata da una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) è composta da due elementi principali: una parte fissa e una parte variabile, che variano in base alla dimensione dell'impianto e al prezzo di mercato dell'energia.
Parte fissa
La parte fissa della tariffa è legata alla potenza dell'impianto. In generale, più grande è l'impianto, più bassa è la tariffa per chilowattora (kWh) prodotto, ma resta comunque un incentivo significativo per promuovere l'autoconsumo. Ad esempio:
- Per un piccolo impianto (sotto i 20 kW), la parte fissa della tariffa potrebbe aggirarsi intorno a 0,10 €/kWh.
- Per un impianto di medie dimensioni (tra 20 e 100 kW), la tariffa fissa scende a circa 0,08 €/kWh.
- Per impianti più grandi (sopra i 100 kW), la tariffa fissa si riduce ulteriormente a 0,06 €/kWh.
Parte variabile
La parte variabile della tariffa dipende dal prezzo di mercato dell'energia. La logica alla base di questa componente è che, quando il prezzo dell'energia scende, la parte variabile della tariffa aumenta per bilanciare l'effetto. Questo meccanismo consente di tutelare i membri della CER dai fluttuanti prezzi di mercato.
- La parte variabile può variare tra 0 e 40 €/MWh (ovvero tra 0 e 0,04 €/kWh).
- Se il prezzo dell’energia sul mercato scende, la tariffa variabile aumenta, fino a un massimo di 40 €/MWh (0,04 €/kWh), garantendo un'entrata stabile ai partecipanti.
Maggiorazioni per aree geografiche
Per tener conto delle differenze di producibilità energetica tra le varie regioni italiane, il GSE prevede delle maggiorazioni tariffarie per gli impianti fotovoltaici situati in aree con minore esposizione solare, come il centro e il nord Italia. Ecco come sono suddivise le maggiorazioni:
- +4 €/MWh (0,004 €/kWh) per le regioni del Centro Italia (Lazio, Marche, Toscana, Umbria, Abruzzo).
- +10 €/MWh (0,01 €/kWh) per le regioni del Nord Italia (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto).
Queste maggiorazioni aiutano a bilanciare la minore capacità di produzione energetica dovuta alla minore esposizione solare, garantendo che anche le comunità del nord e del centro possano beneficiare appieno della partecipazione a una CER.
E’ possibile cumulare la tariffa incentivante con il contributo PNRR o altri contributi Regionali/provinciali in conto capitale?
Si, la tariffa incentivante è cumulabile con il contributo PNRR o altri contributi in conto capitale, nella misura massima del 40%, a fronte di una decurtazione della tariffa incentivante del 50% Pertanto, se un produttore ottenesse un contributo in conto capitale di qualunque tipologia superiore al 40% del costo dell’investimento (calcolato sulla base dei massimali precedentemente illustrati), non è possibile ottenere la tariffa incentivante per l’energia elettrica prodotta dall’impianto in questione.

Cosa si intende per energia auto-consumata virtualmente?
Quando parliamo di energia auto-consumata virtualmente all'interno di una Comunità Energetica Rinnovabile (CER), ci riferiamo all'energia che viene effettivamente condivisa tra i membri della comunità (produttori e consumatori), ma che non necessariamente passa fisicamente attraverso i fili che collegano le case o le aziende. Piuttosto, questo tipo di autoconsumo viene misurato e "riconosciuto" virtualmente grazie ai sistemi di gestione della rete.
In pratica, l'energia prodotta da un impianto (ad esempio un impianto fotovoltaico) viene "messa a disposizione" della comunità e consumata dai membri, anche se non viaggia direttamente dall'impianto al consumatore. Questa energia viene calcolata sulla base di quella che, in ogni singola ora, è prodotta e consumata all'interno della rete locale connessa alla stessa Cabina Primaria. In altre parole, l'energia auto-consumata virtualmente rappresenta la quantità di energia che viene prodotta e utilizzata all'interno della CER nello stesso momento.
Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) si occupa del calcolo dell'energia auto-consumata virtualmente, confrontando l'energia prodotta da tutti gli impianti della CER con quella prelevata dai consumatori. Il valore finale dell'energia auto-consumata è dato dalla quantità minore tra l'energia prodotta e quella consumata in ogni ora. Se, ad esempio, in un'ora un impianto fotovoltaico della CER produce 100 kWh e i membri della comunità ne consumano 80 kWh, l'energia auto-consumata virtualmente sarà di 80 kWh.
Perché è importante l’energia auto-consumata virtualmente?
La quantità di energia auto-consumata virtualmente è cruciale per determinare i benefici economici per i membri della CER. Sia la tariffa incentivante riconosciuta dal GSE che il contributo economico di ARERA si applicano solo sull'energia che viene prodotta e consumata "virtualmente" all'interno della comunità. Questo sistema premia l'efficienza e la capacità della comunità di bilanciare produzione e consumo di energia rinnovabile in tempo reale.
Vantaggi dell’autoconsumo virtuale
- Massimizzazione degli incentivi: L'energia auto-consumata virtualmente è quella su cui si applicano gli incentivi statali, come la tariffa incentivante e il contributo di ARERA, garantendo un ritorno economico per tutti i membri della CER.
- Efficienza energetica: Il sistema incoraggia la comunità a bilanciare la produzione e il consumo, ottimizzando le risorse rinnovabili disponibili.
- Gestione automatica: Il GSE si occupa della gestione e del calcolo senza alcun costo aggiuntivo per i membri della comunità, semplificando la partecipazione a una CER.
Esempio pratico: come funziona l'autoconsumo virtuale
Immagina una Comunità Energetica Rinnovabile composta da cinque case con impianti fotovoltaici. In una giornata di sole, i pannelli producono 50 kWh di energia all'ora. Se in quell’ora le case consumano complessivamente 40 kWh, questi 40 kWh saranno considerati come energia auto-consumata virtualmente e quindi soggetti agli incentivi economici. I restanti 10 kWh, invece, verranno immessi nella rete nazionale e venduti a condizioni di mercato.
L'autoconsumo virtuale permette a una CER di massimizzare i vantaggi economici, riducendo il più possibile l'energia che deve essere acquistata dalla rete e massimizzando il risparmio grazie alla condivisione tra i membri.
Domande frequenti sulle Comunità Energetiche
Chi aderisce alla CER ha dei vincoli sulla fornitura di energia elettrica?
Tutti i partecipanti alla CER - che siano consumatori finali di energia elettrica o auto-consumatori (ossia consumatori che possiedono un impianto di produzione da fonte rinnovabile e che producono energia per sé stessi e per i componenti della CER) - mantengono i loro diritti di clienti finali, compreso quello della scelta del fornitore di energia elettrica e hanno la facoltà di uscire dalla Comunità quando lo desiderano, secondo le regole e le indicazioni contenuti nello statuto. Le stesse facoltà di ingresso e di uscita sono altresì garantite ai produttori da fonte rinnovabile.
Quali tipologie di impianti FER possono far parte di una CER?
Tutti gli impianti alimentati da fonti rinnovabili possono essere inseriti in una CER come unità di produzione. Sono quindi inclusi gli impianti fotovoltaici, ma può essere inserito nelle CER qualunque tipo di impianto rinnovabile, a titolo esemplificativo e non esaustivo, idroelettrico, eolico, biogas, biomasse solide ecc.
Quali sono i principali requisiti degli impianti di produzione che possono accedere alle CER?
Per poter accedere agli incentivi previsti per le CER gli impianti di produzione da fonte rinnovabile devono avere potenza non superiore a 1 MW. Tali impianti sono generalmente di nuova costruzione, anche se possono far parte di una CER impianti già realizzati, purché entrati in esercizio successivamente alla data del 16 dicembre 2021 (data di entrata in vigore del D.lgs. 199/2021) e comunque successivamente alla regolare costituzione della CER. Inoltre, ai fini dell’accesso ai benefici previsti dal Decreto di incentivazione, gli impianti non devono beneficiare di altri incentivi sulla produzione di energia elettrica.
Posso richiedere il contributo PNRR per un impianto fotovoltaico oggetto di un contratto di leasing finanziario?
No, non sono considerate come spese ammissibili ai fini del contributo PNRR le spese relative a beni oggetto di un contratto di leasing finanziario.
Un soggetto può appartenere a due diverse CER?
No, gli impianti di produzione alimentati da fonti rinnovabili e le singole utenze di consumo di clienti finali possono appartenere ad una sola CER. È possibile, tuttavia che uno stesso soggetto possa appartenere a due diverse CER con distinte utenze di consumo o impianti di produzione nella propria titolarità.
Conclusione
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) rappresentano una soluzione rivoluzionaria per affrontare le sfide energetiche del futuro. Offrono a tutti l’opportunità di contribuire attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico, permettendo di produrre, condividere e consumare energia pulita a livello locale. I benefici non si limitano solo all’ambiente: partecipare a una CER significa anche ridurre i costi energetici e diventare parte di un sistema più autonomo e sostenibile.
Entrare a far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile è un passo concreto verso un futuro più verde, dove i cittadini, le imprese e le istituzioni collaborano per un’energia più democratica e accessibile. I vantaggi sono molteplici: risparmio economico, incentivi statali e, soprattutto, la soddisfazione di fare qualcosa di buono per l’ambiente e per la propria comunità.
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