Con l’approvazione del D.Lgs 199/2021 e il recente Decreto 414 del 2023 del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono diventate una realtà concreta, segnando l’inizio di una nuova era nell’energia sostenibili. In un contesto in cui la sostenibilità non è più solo un’opzione, ma una necessità impellente, le CER rappresentano una vera e propria rivoluzione nel modo in cui produciamo, consumiamo e condividiamo l’energia.
Immagina un sistema energetico dove tutti, dai cittadini con impianti fotovoltaici sul tetto alle aziende che producono energia rinnovabile in eccesso, possono collaborare per creare un'energia più pulita, sostenibile e, soprattutto, accessibile a tutti. Le CER non solo riducono le emissioni di CO2, ma danno a chiunque la possibilità di partecipare attivamente alla transizione energetica, combattendo il cambiamento climatico e rendendo l'energia rinnovabile una risorsa condivisa e democratica.
In questo articolo esploreremo cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili, come funzionano e quali vantaggi concreti offrono. Scopriremo insieme come queste comunità stanno trasformando il settore energetico, migliorando l’ambiente e creando nuove opportunità per tutti, cercando di rispondere alle domande più frequenti che ci sono circa l’argomento.
Cos’è una Comunità Energetica Rinnovabile (CER)?
Una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) è un’organizzazione che coinvolge cittadini, imprese, enti pubblici e privati con un obiettivo comune: produrre, consumare e condividere energia rinnovabile a livello locale. In pratica, è un gruppo di persone e organizzazioni che unisce le forze per generare energia pulita – come quella solare – e distribuirla tra i membri della comunità, promuovendo un modello di autoconsumo energetico.
Le CER nascono per rispondere a una crescente esigenza di autonomia energetica e di sostenibilità ambientale, offrendo a chi ne fa parte l'opportunità di ridurre il proprio impatto ambientale e, al contempo, abbattere i costi energetici. Questo sistema permette di sfruttare al meglio le risorse naturali disponibili sul territorio, garantendo vantaggi sia economici che sociali per la comunità. Le CER rappresentano quindi un modo innovativo e partecipativo di gestire l'energia, creando un modello più sostenibile e accessibile per tutti.
Origini e obiettivi delle CER
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) hanno radici antiche in Italia. Già nel 1897, con la fondazione della Società Elettrica di Morbegno (SEM), si pose un primo esempio di gestione comunitaria dell’energia, utilizzando fonti come l'energia idrica e termoelettrica per soddisfare i bisogni locali. Nonostante la sua lunga storia, è a partire dagli anni ‘70, in seguito alla crisi petrolifera, che la necessità di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e di aumentare l'uso di energie rinnovabili è diventata una priorità globale.
Questo impulso si è rafforzato con l'Accordo di Parigi del 2015 e il Green New Deal europeo, che mirano alla neutralità climatica entro il 2050. In questo contesto, le CER giocano un ruolo cruciale nella transizione energetica, integrando la produzione di energia da fonti come il fotovoltaico o il vento con i modelli di consumo delle comunità locali.
Ma quali sono i principali obiettivi di una Comunità Energetica Rinnovabile?
- Produzione di energia rinnovabile: Le CER mirano a generare energia da fonti pulite come il sole, il vento o la biomassa, contribuendo attivamente alla riduzione delle emissioni di CO2 e al contrasto del cambiamento climatico.
- Autoconsumo e condivisione: Oltre a produrre energia per sé stessi, i membri di una CER possono condividerla con altri membri della comunità. L'energia in eccesso può essere immessa nella rete, generando anche un ritorno economico per i partecipanti e creando un sistema di energia condivisa e sostenibile.
- Riduzione della dipendenza energetica: Partecipare a una CER significa ridurre la dipendenza dalle grandi aziende energetiche e dalle fonti fossili, creando un modello di indipendenza energetica dove i cittadini sono più autonomi e consapevoli del proprio consumo energetico.
- Educazione e consapevolezza ambientale: Le CER promuovono anche una maggiore consapevolezza sui temi della sostenibilità, educando i membri a gestire le risorse energetiche in modo responsabile. Diventano così protagonisti di un cambiamento che va oltre l'energia, abbracciando una visione più ampia di crescita sostenibile.
In sostanza, le Comunità Energetiche Rinnovabili mirano a costruire un sistema energetico più equo, sostenibile e accessibile, che tenga conto non solo dei benefici economici ma anche di quelli ambientali e sociali. Questo modello permette di ottimizzare le risorse energetiche locali, contribuendo allo sviluppo economico delle comunità e rispondendo alle sfide globali poste dai cambiamenti climatici.
Come funzionano le Comunità Energetiche?
Il funzionamento di una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) è tanto semplice quanto innovativo: i membri della comunità, che possono essere cittadini, aziende o enti pubblici, si uniscono per produrre e condividere energia rinnovabile attraverso impianti come i pannelli fotovoltaici. Ma vediamo più nel dettaglio come funziona una CER, con un esempio pratico:
- Produzione di energia rinnovabile: All'interno della comunità energetica sono presenti sia produttori che consumatori. I produttori possono generare energia pulita sfruttando le risorse naturali disponibili, come il sole: questa è destinata all'autoconsumo dei membri della comunità.
- Condivisione dell'energia: L'energia generata viene distribuita tra i membri della CER in base al loro fabbisogno. Se la produzione supera il consumo della comunità, l'energia in eccesso viene immessa nella rete elettrica nazionale e venduta, creando un ritorno economico per i partecipanti.
- Monitoraggio e gestione intelligente: Grazie a tecnologie avanzate come le smart grid, la produzione e il consumo di energia vengono monitorati in tempo reale. Questo permette una gestione più efficiente dei flussi energetici, ottimizzando l'uso dell'energia all'interno della comunità e riducendo sprechi.
- Incentivi economici: Oltre al risparmio sulle bollette, i membri di una CER possono beneficiare di incentivi economici sia per l'energia che auto consumano sia per quella che immettono in rete. Questo crea un doppio vantaggio: risparmio sui costi e un guadagno derivante dalla vendita del surplus energetico.
Un altro aspetto innovativo delle Comunità Energetiche Rinnovabili è che non è necessario possedere un impianto di produzione per partecipare. Anche chi non può installare impianti fotovoltaici può comunque beneficiare dell'energia prodotta dalla comunità. In questo modo, tutti possono diventare parte attiva di un modello di energia condivisa, contribuendo alla transizione energetica e rendendo l'energia sostenibile accessibile a tutti.
Chi può far parte di una CER?
Una delle caratteristiche più inclusive delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) è che chiunque può farne parte. Non ci sono barriere di età, reddito o competenze tecniche: l'obiettivo è rendere l'energia pulita accessibile a tutti e favorire la collaborazione tra diverse entità all'interno di un modello energetico partecipativo. Ma vediamo nel dettaglio chi può aderire a una CER e come può trarre vantaggio da questa iniziativa.
- Cittadini privati: Qualsiasi persona fisica può unirsi a una CER, sia che disponga di un impianto di produzione di energia rinnovabile, come i pannelli fotovoltaici, sia che sia un semplice consumatore. Ad esempio, Anna, che ha installato pannelli solari sul tetto della sua casa, può contribuire alla produzione energetica della comunità e ottenere un risparmio grazie alla condivisione dell'energia prodotta. Ma anche Luca, che vive in un appartamento senza possibilità di installare impianti, può partecipare alla CER come consumatore, beneficiando di tariffe energetiche più basse e sostenendo la causa della sostenibilità.
- Imprese: Le piccole e medie imprese (PMI) sono tra i soggetti che possono trarre i maggiori vantaggi dall'adesione a una CER. Prendiamo il caso di una PMI manifatturiera che utilizza grandi quantità di energia: partecipando a una CER, può non solo ridurre i propri costi energetici, ma anche migliorare la propria impronta ambientale. Un esempio pratico è quello di un'azienda agricola che, grazie alla collaborazione con altre realtà locali, utilizza energie rinnovabili per alimentare i suoi macchinari e infrastrutture, riducendo drasticamente le spese energetiche.
- Enti pubblici: Comuni, scuole, ospedali e altre amministrazioni locali possono partecipare attivamente a una CER, contribuendo alla produzione e al consumo di energia rinnovabile. Ad esempio, una scuola può installare un impianto fotovoltaico sul tetto per alimentare le proprie strutture e condividere l'energia in eccesso con il comune o con altre strutture pubbliche come ospedali o biblioteche. Questo permette non solo di abbattere i costi di gestione pubblica, ma anche di promuovere la sostenibilità e sensibilizzare le nuove generazioni sui temi dell'energia rinnovabile.
- Associazioni e cooperative: Anche le organizzazioni no-profit, le cooperative e le associazioni possono essere parte di una CER. Pensiamo a una cooperativa sociale che gestisce un centro per anziani: aderire a una CER le permette di ridurre i costi operativi grazie all’autoconsumo energetico e, al contempo, di partecipare attivamente a un progetto che promuove il bene comune. Questo modello di energia condivisa non solo aiuta a ridurre l’impatto ambientale, ma contribuisce anche a sostenere la comunità locale con risorse economiche e sociali.
I vantaggi della Comunità energetica rinnovabile in breve:
I vantaggi delle Comunità Energetiche Rinnovabili sono molteplici e si riflettono sia a livello economico che ambientale e sociale. Ecco i principali benefici:
- Risparmio sulle bollette energetiche: Uno dei benefici più immediati è il risparmio. Partecipando a una CER, puoi ridurre sensibilmente i costi della bolletta grazie all'autoconsumo dell'energia prodotta localmente da fonti rinnovabili, come i pannelli fotovoltaici. In pratica, meno energia acquisti dalla rete, più soldi risparmi.
- Incentivi economici: Le CER offrono anche vantaggi economici interessanti. Grazie agli incentivi statali dedicati alla produzione e condivisione di energia rinnovabile, i membri possono ricevere premi per l'energia prodotta e per quella in eccesso immessa nella rete. Questo significa che, oltre al risparmio, puoi anche guadagnare.
- Riduzione delle emissioni di CO2: Producendo energia da fonti come il sole o il vento, le CER aiutano a ridurre le emissioni di gas serra, contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico. Meno dipendenza dalle fonti fossili significa un ambiente più pulito e un futuro più sostenibile per tutti.
- Autonomia energetica: Essere parte di una CER significa anche ridurre la dipendenza dalle grandi compagnie energetiche. Questo rende le comunità più autosufficienti e consapevoli del proprio consumo energetico. In un certo senso, partecipare a una CER ti dà il controllo su come e da dove proviene l'energia che utilizzi ogni giorno.
- Sviluppo locale: Le CER non si limitano solo all'energia. Contribuiscono allo sviluppo economico e sociale delle comunità locali, creando nuovi posti di lavoro e rafforzando il legame tra i membri della comunità. Ad esempio, la costruzione di impianti rinnovabili può portare a nuove opportunità lavorative, mentre la gestione condivisa dell'energia promuove la solidarietà e la collaborazione all'interno del territorio.
Quali sono gli incentivi statali previsti per le CER?
Il governo italiano ha introdotto una serie di incentivi statali per favorire la nascita e lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Questi incentivi mirano a supportare l'installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile e premiare l'autoconsumo e la condivisione dell'energia tra i membri delle comunità. Ecco una panoramica dei principali incentivi:
- Tariffa incentivante: I membri della CER ricevono una tariffa incentivante per l'energia prodotta da fonti rinnovabili e autoconsumata virtualmente. Questa tariffa, riconosciuta dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), è valida per 20 anni dalla data di entrata in esercizio di ogni impianto. La tariffa varia da 0,06 €/kWh a 0,12 €/kWh, in base alla dimensione dell’impianto e al valore di mercato dell’energia. Inoltre, per gli impianti fotovoltaici è prevista una maggiorazione fino a 0,01 €/kWh a seconda della localizzazione geografica.
- Corrispettivo di valorizzazione dell'energia autoconsumata: L’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) definisce un contributo economico per l'energia autoconsumata, che per il 2024 ammonta a 0,0104 €/kWh. Questo contributo rappresenta un ulteriore incentivo per chi decide di consumare l’energia prodotta dalla propria comunità.
- Valorizzazione dell'energia eccedente: L'energia prodotta in eccesso, ovvero quella non autoconsumata dalla comunità, può essere venduta sul mercato. I produttori possono richiedere al GSE di accedere al "ritiro dedicato", un meccanismo che garantisce condizioni economiche vantaggiose per la vendita dell'energia rinnovabile.
Agevolazioni fiscali e contributi regionali
Oltre agli incentivi statali diretti, esistono anche agevolazioni fiscali e contributi a livello locale o regionale, pensati per favorire l’installazione di impianti rinnovabili e sostenere i piccoli comuni.
- Contributo in conto capitale per piccoli comuni: Gli impianti di produzione collocati all'interno di una Comunità Energetica Rinnovabile e situati in comuni con meno di 5.000 abitanti possono beneficiare di un contributo in conto capitale fino al 40% del costo complessivo dell'investimento, finanziato con le risorse del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Questo contributo copre una parte significativa dei costi iniziali, rendendo più accessibile l’installazione di impianti come i fotovoltaici. Il contributo viene erogato entro 120 giorni dalla richiesta.
Esempio pratico di agevolazione fiscale
Per chiarire meglio come funziona l'agevolazione, vediamo un esempio. Supponiamo di avere un impianto fotovoltaico con un inverter di potenza pari a 6 kW e una capacità di generazione di 6,5 kWp. Per determinare l’importo massimo incentivabile, si prende il valore più basso tra la potenza dell'inverter (6 kW) e la potenza dell’impianto (6,5 kWp), che in questo caso è 6 kW. Questo valore viene moltiplicato per 1500 €/kW, ottenendo un totale di 9000 euro come prezzo incentivabile.
Ora, per calcolare il rimborso previsto dal PNRR, si prende il valore più basso tra il prezzo effettivo dell’impianto e il prezzo incentivabile (in questo caso, 9000 euro) e lo si moltiplica per il 40%, ottenendo un rimborso di 3600 euro.
Incentivi locali e supporti regionali
Oltre agli incentivi statali, molte regioni e comuni italiani hanno attivato bandi e finanziamenti dedicati alle Comunità Energetiche Rinnovabili, con l’obiettivo di sostenere ulteriormente la transizione energetica. Ad esempio, alcune regioni offrono agevolazioni fiscali specifiche o contributi extra per l'installazione di impianti di energia rinnovabile. È quindi consigliabile informarsi presso il proprio comune o regione per verificare la presenza di ulteriori contributi locali.
Quanto vale la tariffa incentivante riconosciuta dal GSE?
La tariffa incentivante riconosciuta dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per l'energia autoconsumata da una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) è composta da due elementi principali: una parte fissa e una parte variabile, che variano in base alla dimensione dell'impianto e al prezzo di mercato dell'energia.
Parte fissa
La parte fissa della tariffa è legata alla potenza dell'impianto. In generale, più grande è l'impianto, più bassa è la tariffa per chilowattora (kWh) prodotto, ma resta comunque un incentivo significativo per promuovere l'autoconsumo. Ad esempio:
- Per un piccolo impianto (sotto i 20 kW), la parte fissa della tariffa potrebbe aggirarsi intorno a 0,10 €/kWh.
- Per un impianto di medie dimensioni (tra 20 e 100 kW), la tariffa fissa scende a circa 0,08 €/kWh.
- Per impianti più grandi (sopra i 100 kW), la tariffa fissa si riduce ulteriormente a 0,06 €/kWh.
Parte variabile
La parte variabile della tariffa dipende dal prezzo di mercato dell'energia. La logica alla base di questa componente è che, quando il prezzo dell'energia scende, la parte variabile della tariffa aumenta per bilanciare l'effetto. Questo meccanismo consente di tutelare i membri della CER dai fluttuanti prezzi di mercato.
- La parte variabile può variare tra 0 e 40 €/MWh (ovvero tra 0 e 0,04 €/kWh).
- Se il prezzo dell’energia sul mercato scende, la tariffa variabile aumenta, fino a un massimo di 40 €/MWh (0,04 €/kWh), garantendo un'entrata stabile ai partecipanti.
Maggiorazioni per aree geografiche
Per tener conto delle differenze di producibilità energetica tra le varie regioni italiane, il GSE prevede delle maggiorazioni tariffarie per gli impianti fotovoltaici situati in aree con minore esposizione solare, come il centro e il nord Italia. Ecco come sono suddivise le maggiorazioni:
- +4 €/MWh (0,004 €/kWh) per le regioni del Centro Italia (Lazio, Marche, Toscana, Umbria, Abruzzo).
- +10 €/MWh (0,01 €/kWh) per le regioni del Nord Italia (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto).
Queste maggiorazioni aiutano a bilanciare la minore capacità di produzione energetica dovuta alla minore esposizione solare, garantendo che anche le comunità del nord e del centro possano beneficiare appieno della partecipazione a una CER.
Cosa si intende per energia autoconsumata virtualmente?
Quando parliamo di energia autoconsumata virtualmente all'interno di una Comunità Energetica Rinnovabile (CER), ci riferiamo all'energia che viene effettivamente condivisa tra i membri della comunità (produttori e consumatori), ma che non necessariamente passa fisicamente attraverso i fili che collegano le case o le aziende. Piuttosto, questo tipo di autoconsumo viene misurato e "riconosciuto" virtualmente grazie ai sistemi di gestione della rete.
In pratica, l'energia prodotta da un impianto (ad esempio un impianto fotovoltaico) viene "messa a disposizione" della comunità e consumata dai membri, anche se non viaggia direttamente dall'impianto al consumatore. Questa energia viene calcolata sulla base di quella che, in ogni singola ora, è prodotta e consumata all'interno della rete locale connessa alla stessa Cabina Primaria. In altre parole, l'energia autoconsumata virtualmente rappresenta la quantità di energia che viene prodotta e utilizzata all'interno della CER nello stesso momento.
Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) si occupa del calcolo dell'energia autoconsumata virtualmente, confrontando l'energia prodotta da tutti gli impianti della CER con quella prelevata dai consumatori. Il valore finale dell'energia autoconsumata è dato dalla quantità minore tra l'energia prodotta e quella consumata in ogni ora. Se, ad esempio, in un'ora un impianto fotovoltaico della CER produce 100 kWh e i membri della comunità ne consumano 80 kWh, l'energia autoconsumata virtualmente sarà di 80 kWh.
Perché è importante l’energia autoconsumata virtualmente?
La quantità di energia autoconsumata virtualmente è cruciale per determinare i benefici economici per i membri della CER. Sia la tariffa incentivante riconosciuta dal GSE che il contributo economico di ARERA si applicano solo sull'energia che viene prodotta e consumata "virtualmente" all'interno della comunità. Questo sistema premia l'efficienza e la capacità della comunità di bilanciare produzione e consumo di energia rinnovabile in tempo reale.
Vantaggi dell’autoconsumo virtuale
- Massimizzazione degli incentivi: L'energia autoconsumata virtualmente è quella su cui si applicano gli incentivi statali, come la tariffa incentivante e il contributo di ARERA, garantendo un ritorno economico per tutti i membri della CER.
- Efficienza energetica: Il sistema incoraggia la comunità a bilanciare la produzione e il consumo, ottimizzando le risorse rinnovabili disponibili.
- Gestione automatica: Il GSE si occupa della gestione e del calcolo senza alcun costo aggiuntivo per i membri della comunità, semplificando la partecipazione a una CER.
Esempio pratico: come funziona l'autoconsumo virtuale
Immagina una Comunità Energetica Rinnovabile composta da cinque case con impianti fotovoltaici. In una giornata di sole, i pannelli producono 50 kWh di energia all'ora. Se in quell’ora le case consumano complessivamente 40 kWh, questi 40 kWh saranno considerati come energia autoconsumata virtualmente e quindi soggetti agli incentivi economici. I restanti 10 kWh, invece, verranno immessi nella rete nazionale e venduti a condizioni di mercato.
L'autoconsumo virtuale permette a una CER di massimizzare i vantaggi economici, riducendo il più possibile l'energia che deve essere acquistata dalla rete e massimizzando il risparmio grazie alla condivisione tra i membri.
Conclusione
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) rappresentano una soluzione rivoluzionaria per affrontare le sfide energetiche del futuro. Offrono a tutti l’opportunità di contribuire attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico, permettendo di produrre, condividere e consumare energia pulita a livello locale. I benefici non si limitano solo all’ambiente: partecipare a una CER significa anche ridurre i costi energetici e diventare parte di un sistema più autonomo e sostenibile.
Entrare a far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile è un passo concreto verso un futuro più verde, dove i cittadini, le imprese e le istituzioni collaborano per un’energia più democratica e accessibile. I vantaggi sono molteplici: risparmio economico, incentivi statali e, soprattutto, la soddisfazione di fare qualcosa di buono per l’ambiente e per la propria comunità.
Se vuoi essere parte di questa rivoluzione energetica e sfruttare tutti i benefici che ne derivano, non aspettare! Scopri la Comunità Energetica di Enpal e unisciti a una rete di persone impegnate a rendere l'energia più pulita e accessibile per tutti. Iscriviti oggi e contribuisci a costruire un cambiamento concreto per te e per il pianeta!